Ogni quadro può essere eseguito con diverse tecniche pittoriche e materiali.

Colori ad olio, colori acrilici, tempere, inchiostri, acquerelli possono essere utilizzati per dipingere su vari supporti come la carta, il cartone, la tela, il legno o altri materiali.

Differenti scelte tecniche caratterizzano, insieme alla scelta del soggetto, il risultato finale, l’atmosfera del dipinto. 

Per dipinti figurativi semplificando si intende la scelta di soggetti presenti in natura come la figura umana, il paesaggio, oggetti o dettagli solitamente riconoscibili.

 
Il disegno è una tecnica grafica. 
Può essere momocromatico quindi  realizzato con un solo colore o policromo. 
 
Si esegue con matita, grafite, sanguigna, pastelli o gessetti ma anche con inchiostri o simili. 
 
Spesso si utilizzano più tecniche combinate e i disegni risultano così a tecnica mista. 
Nei disegni si  trovano in genere le caratteristiche peculiari dell’artista che li esegue più che in altre tecniche. 
 
Si utilizza il disegno anche come studio di composizione, con luci, ombre e valori cromatici propedeutici alla realizzazione di un’opera con altre tecniche, ad esempio per dipinti su tela o sculture.
 
Tradizionalmente l’incisione è una tecnica grafica che si esegue su una matrice quindi su un supporto di metallo o legno ma sempre più anche su plexiglas e altri nuovi materiali. 

Il risultato è una serie di stampe numerate,  esemplari riprodotti dalla stessa matrice.

Le tecniche dell’incisione tradizionale variano in base al supporto scelto come matrice. 

Per incidere il legno sono necessari bulini, sgorbie e scalpelli in base alla sua durezza.

Per incidere il metallo come zinco o rame, si utilizza un acido appositamente bilanciato in cui si immerge la lastra per scavare il disegno, preparato in precedenza sulla superficie.

L’immagine presente sulla matrice è il negativo dell’immagine stampata e l’errore non è facilmente correggibile sulle matrici, questo rende l’incisione una tecnica molto artigianale e più complessa di altre a mio parere.
Tra questi due estremi c’è una gamma di mezzitoni pressoché infinita.
 
Il chiaroscuro e le campiture creano l’illusione della profondità senza la distrazione del colore, Una superficie bidimensionale può racchiudere così mondi interi.
 
Le tecniche grafiche che si muovono tra bianco e  nero sono struttura portante nei miei lavori, il primo passo che traduce l’idea dall’occhio al foglio tramite il segno.
L’acquerello è una tecnica molto difficile da eseguire bene ma molto pratica da utilizzare “en plein air” sia per la gamma di velature e combinazioni di colore ottenibili, sia per la velocità di esecuzione possibile.
 
I colori ad acquerello sono sempre presenti nelle illustrazioni dei miei diari di viaggio soprattutto nei paesaggi dal vero.
 
Facilmente trasportabili e veloci ad asciugare sono perfetti per catturare velocemente il soggetto,   
nel mio caso sono un passaggio quasi naturale dopo il disegno di studio della composizione in bianco e nero.
 
I valori  cromatici del paesaggio da ritrarre ne costruiscono l’atmosfera , che ovviamente si modifica con il trascorrere delle ore.

L’atteggiamento, l’espressione, la posa del soggetto  rivelano qualcosa sul percorso di chi si ha di fronte, su chi sceglie di essere in quel momento davanti ad altri occhi.


I lineamenti rendono la rappresentazione aderente al soggetto. Fanno si che sia proprio quella persona e non un’altra. Tradurre in segni è una sfida fatta di dettagli instabili in trasformazione continua, in equilibrio provvisorio.

Chi guarda è un interprete, sceglie i tratti dominanti e caratterizzanti.

Si impara sempre studiando la figura umana. Con ogni soggetto si impara a rimanere nel presente. Non c’è passato o futuro da cogliere ma ricordi e intenzioni. Si ritrae quel presente dove “tutto scorre”. 

A volte qualcosa rimane incompleto, aperto, indefinito: l’atteggiamento del soggetto sta cambiando o muta l’intenzione di chi lo ha scelto. Nei lineamenti ritratti c’è parte di chi posa e parte di chi esegue, ad una sfida si aggiunge un’altra sfida.

Nell’equilibrio tra questi due elementi è la riuscita del lavoro, la sua potenziale bellezza o veridicità.